Per godere del privilegio di risvegliarsi con una colazione di fronte al profilo di Palmarola, si sceglie una delle due suite da Il Gabbiano, con terrazza privata a picco sul mare: è un B&B leggermente defilato dal porto, sulla strada panoramica che conduce a Le Forna, la parte più alta dell’isola. Poche camere, pavimenti in ceramica blu, mobili di famiglia, terrazze che si rincorrono su ogni lato con il mare che entra da ogni finestra. Al mattino si fa colazione con ciambelloni appena sfornati e meravigliose torte salate. Più coccolati di così non si può: poi basta noleggiare un motorino per gli spostamenti.
COCKTAIL CON VISTA
Un barchino o un gommone per un tuffo a Frontone, Cala Feola o nella caletta di Lucia Rosa? Si affitta vicino al porto da Tritone oppure da Albatros.
Per chi preferisce dormire a pochi gradini dalle onde, ci sono le cinque stanze de La Limonaia a mare, il B&B della stilista Anna Fendi: un affascinante minihotel che domina il porto di Ponza.
La vita sull’isola è fatta di riti semplici, come quello mattutino del bombolone alla crema, della sfogliatella napoletana o del babà con cappuccino da Gildo, la pasticceria sul corso. Per l’aperitivo, dopo una giornata in barca, si va spesso in piazza. La si trovano vari bar tra cui il più “antico” dell’isola: Il Bar Tripoli. Il bar è gestito da più di 100 anni dalla stessa famiglia, attualmente dal proprietario Vincenzo Conte.
All’ora del tramonto è perfetto anche uno Spritz da sorseggiare alle Terrazze del Grand Hotel Chiaia di Luna, a picco sulla falesia dell’omonima spiaggia: la cala si colora di rosso e di arancio, mentre il sole diventa una meravigliosa palla infuocata all’orizzonte.
PACCHERI E FRITTURE
Vita di mare e relax totale, lasciandosi alle spalle qualunque tipo di stress: è così la giornata ponzese. Prima di uscire in barca al mattino si fa scorta di bontà da Boulangerie Ponza, che prepara panini e altri snack da picnic.
Lo shopping giusto? Da annotare il “Le Cose di Mari”, al porto, che propone originali sacche a righe colorate, teli e cuscini targati Tissage de Luz, raffinate ceramiche artigianali.
Merita una sosta anche Cala Corallo, dove acquistare bracciali in argento, collane di corallo e piccole pietre, ciondoli di bronzo legati a sottili fili colorati. Sono tutti monili disegnati da Alessandra Ravenna, un passato in giro per il mondo. A lungo a New York come disegnatrice di gioielli per Van Cleef, Montblanc, Vera Wang, Mikimoto, Tiffany, si è trasferita per amore anni fa dall’isola di Manhattan a Ponza.
Per un bagno speciale si ancora il barchino a Cala Felci, dove il fondale è ricco di zolfo: da raccogliere con le mani e spalmare sul corpo per un meraviglioso effetto Spa. Poi si issa l’ancora a bordo e si va a prendere un piatto di paccheri allo scorfano o una fritturina di pesce al ristorante La Marina di Cala Feola, attraccando con il gommone al piccolo molo. A Ponza però tutti chiamano il locale “da Aniello” o “da Gennaro”, dal nome dei simpatici proprietari che cucinano un’ insolita parmigiana con le pale dei fichi d’India: da assaggiare assolutamente. In realtà a questi tavoli affacciati sull’acqua si può arrivare anche via terra, ma dalla strada, dove si parcheggia, ci sono 200 gradini: una soluzione adatta solo a chi ha buone gambe. Di certo, ne vale la pena: la fatica è ben ripagata.
Per chi non ama portare la barca, ci sono i gozzi che fanno la spola avanti e indietro tra il porto e la spiaggia di Frontone, una delle più famose e frequentate dell’isola, con un biglietto da pochi euro.
Tuttavia non si può dire di aver trascorso una vacanza gourmet a Ponza senza concedersi una cena all’Acqua Pazza, il celebre ristorante della famiglia Pesce: Gino (il patron, al timone del locale) e il fratello Mario hanno sposato due sorelle, Patrizia e Lucia. Risultato: una stella Michelin. E un menu a cui volentieri si soccombe. Unica precauzione: è indispensabile prenotare.
A pochi passi dal centro, chi agli alberghi preferisce l’intimità di una casa prenoti Il Soldino, appartamento con delizioso terrazzo vista mare, due camere da letto e un soggiorno arredati con gusto e ricercatezza.
ANDAR PER GROTTE
Vale la pena di prendere in affitto un motorino o una Mehari (le auto scoperte per fare il giro delle località turistiche) per esplorare Ponza anche via terra, salendo sulla strada panoramica che collega il porto a Le Forna. Chi ama il trekking può andarci anche a piedi, al mattino presto o al tramonto. Lungo i tornanti, spicchi di blu e falesie a picco sulle acque cobalto compaiono d’improvviso, curva dopo curva.
A metà strada, su una terrazza che guarda il mare e le colline digradanti, sospeso tra orti e vigne, si incontra il ristorante A Casa di Assunta. La giunonica chef Assunta Scarpati vive effettivamente al piano superiore e l’impressione è davvero quella di mangiare in una casa, in un ambiente accogliente e familiare. Il menu? Piatti isolani come melanzane alla parmigiana, tortino di lenticchie, scarola con bignè e mousse di pesce, ravioli di cernia con salsa di pistacchi e ricotta di bufala, nonché lo spaghettone al pesto di Palmarola con pomodoro, frutta secca, aromi dell’orto “e qualche altra cosa che non dico a nessuno” come scrive Assunta sulla lista. Tutto da gustare sorseggiando un calice di Faro della Guardia di Casale del Giglio, vino bianco ottenuto da un piccolo vigneto di uve Biancolella a picco sul mare.
La varietà dei fondali dell’isola è unica: basta dotarsi di maschera e pinne per fare snorkeling tra alghe rosse e gorgonie che ondeggiano nelle correnti, esplorando cavità nella roccia e antichi anfratti. Come le Grotte di Pilato, appena dopo il porto, in corrispondenza del cimitero, complesso ipogeo risalente al I secolo a.C.: era impiegato quasi sicuramente per l’allevamento dei pesci, in particolare delle murene, animale sacro.
La passeggiata su corso Pisacane è un classico: ci si ferma alla nuova bottega Ventoinpoppa per acquistare tonno al naturale, marmellate, uova di pesce spada, ottime salse preparate da una cooperativa di donne ponzesi.
Verso Santa Maria, un complesso di case al di là di un tunnel percorribile a piedi, due novità per una cenetta informale: Pazzaria, con una terrazza e un giardino affacciati sul mare, dove mangiare pizza cotta nel forno a legna e pesce alla brace; oppure I Sapori di Casa Mia di Maria Assunta Mazzella, che ha trasformato la sua grotta-cantina in una sorta di home restaurant, tra reti da pesca e tavoli alla buona: menu fisso, prenotazione indispensabile, cucina a vista. Ai fornelli ci sono lei e la madre. Con 30 euro si mangiano focacce e pizzette fatte in casa, zuppa di cicerchie, penne alle melanzane o linguine con alici, tortino di patate, sgombro al cartoccio, fiori di zucca. La cena si conclude con i liquori artigianali come finocchietto, rosolio, citronella: il caffè è fatto con la moka.
Se il mare è calmo, non bisogna perdere una gita a Palmarola, a venti minuti di barca: pressoché deserta, l’isola ha un solo bar con trattoria, O’ Francese, chiamato così dal nomignolo del vecchio proprietario. Si mangia in costume da bagno: spaghetti con le vongole o un semplice fritto marinaro. Per arrivarci si può noleggiare un gommone o un gozzo oppure si può partecipare ad una delle tante gite che organizza la Cooperativa Barcaioli Ponzesi. L’appeal della natura selvaggia e dei profumi mediterranei è unico. Doppiata Punta Tramontana, la costa offre un grandioso spettacolo di erosione marina: le cosiddette Cattedrali di Palmarola, meravigliosi parallelepipedi di roccia che dall’acqua trasparente s’innalzano verso il cielo come colonne. Attraccando in una delle piccole baie si può cercare tra i sassi un “occhietto di Santa Lucia”, il guscio di un mollusco dal colore rosato. Montato su anelli o trasformato in ciondolo, è il porta-fortuna ponzese per definizione. Anche se chi vive in questa isola è già stato toccato dalla buona sorte.